Dove: Val dea Giara, Massiccio del Grappa
Quando: 18 luglio 2020
Sveglia all'alba, o almeno, doveva essere, ma troppe poche ore di sonno "costringono" ad una levata tardiva. Forte sarebbe la tentazione a quel punto di restare a letto, tanto chi mi obbliga ad alzarmi, vestirmi, scarpinare in salita in mezzo al bosco per arrivare con una luce dura e fotograficamente punitrice?
E' in quel momento che l'uomo è ad un bivio: sono puramente interessato alla foto, o la parte migliore non è forse quella del contatto con la Natura? E le foto vengono dopo (molto dopo)? La risposta è personale, ma il fatto di leggere queste righe e vedere le immagini seguenti dovrebbe dare qualche suggerimento su quale sia la mia risposta...
I primi 100 passi sono un'agonia, le gambe non girano, le forze non ci sono, ma il tappeto sonoro di fringuelli in canto trascina lo spirito e un passo dopo l'altro si avanza. Non ci saranno particolari giri all'orizzonte, solo un'esplorazione dei dintorni, sperando di fare qualche incontro piacevole.
Picchio verde, luì piccoli, cornacchie grigie, capinere. Sembra un festival musicale.
Da 300 metri avvisto un gheppio, che dal suo posatoio su un ramo di un albero di tanto in tanto si tuffa verso i pascoli, alla ricerca di una preda. Ma è troppo distante, e sto puntando un arbusto più vicino, dove si palesa un pettirosso, che se ne va al sicuro in pochi istanti. Una poiana inseguita dalle cornacchie appare e scompare quasi nello stesso istante a una cinquantina di metri. Non c'è il tempo di reagire. Tornerà nel corso della mattina, sempre a distanza di assoluta sicurezza.
Un'ora senza nessun altro guizzo, se non un colombaccio di passaggio, suggerisce di puntare l'altro crinale, dove da lontano avevo visto il gheppio. E' ancora lì, che volteggia in spirito santo e si precipita tra l'erba, continuamente senza particolare successo, sembra.
Raggiungo il sentiero dall'altra parte, che entra nel bosco e sale verso la Malga Asolone, distante un paio di chilometri forse. Risalgo, abbandonando la strada battuta per prendere un trodolo che costeggia il pascolo sovrastante, e da lì, come un abbonato RAI, in prima fila, mi godo lo spettacolo del gheppio, che pur distante una trentina di metri, non è certo immobile, e di tanto in tanto si offre in pose e situazioni gustose. La luce ormai è quella delle 10, non l'ideale, ma al contempo offre contasti che possono esaltare colori e forme.
E' una femmina.
Qui il gheppio compie la sua tipica azione di caccia, che viene nominata "Spirito Santo" perché ricorda la discesa dello Spirito Santo della Bibbia. Il falco sbatte ripetutamente le ali, rimanendo sospeso a mezz'aria, mentre con lo sguardo cerca la preda, e quando la scorge, si tuffa in picchiata, sperando di prenderla. E' uno dei tratti caratteristici del gheppio, che lo identifica con ottime probabilità.
Gheppio
(Falco tinnunculus)
E' un uccello della famiglia dei Falconidae, è un falco di piccole dimensioni, l'apertura alare non supera gli 80cm. Si nutre di piccoli mammiferi (come topi e arvicole), talvolta non disdegna anfibi, piccoli rettili o uccelli di piccole dimensioni. A volte, da terra, possono catturare cavallette o altri insetti, soprattutto se magari il recente attacco non è l'unico andato male...
E' il rapace più comune d'Europa, anche il primato del rapace più diffuso va al Falco pellegrino, che colonizza tutti i continenti della Terra, eccetto l'Antartide (e i motivi sono facilmente immaginabili).
Ad un certo punto se ne va dietro la sommità di un piccolo crinale e sembra non voler tornare, quindi mi avvio lungo il sentiero, tenendo sempre d'occhio sulla destra eventuali movimenti.
Poche decine di metri, e il gheppio ritorna, posandosi lungo la staccionata che delimita il pascolo dei bovini. Poi si rialza in volo, qualche tentativo di caccia, e si posa nuovamente.
Non immediatamente mi avvedo di un secondo gheppio, che emerge da non so dove e punta il primo. Qualche simpatica scaramuccia, sembra quasi che uno dei due sia un giovane, non ha il piumaggio del maschio adulto, ma potrebbe essere anch'esso una femmina, magari del terzo anno.
Dopo qualche minuto, mi accorgo che uno dei due ha una preda, sembra un piccolo roditore, tra gli artigli della zampa sinistra, e probabilmente per gustarsi in tranquillità lo spuntino si allontana sparendo dietro gli alberi.
L'altra femmina quindi torna a posarsi su uno dei paletti di legno, quasi a volersi far fare le ultime foto. Decido poi che, avendomi certamente avvistato, anche se al riparo del bosco, forse è bene non approfittare troppo della sua cortesia e pazienza, anche perché le distanze rimangono sostanzialmente invariate, e con esse anche le foto non migliorano :)
Avanzo per il sentiero, e verso le 11 ritorno sulla strada e mi avvio verso casa. La fame inizia a farsi sentire, mi ricordo di essere partito senza mangiare un boccone e senza nulla a parte una bottiglia d'acqua. Quasi rientrato, un familiare lamento mi indirizza sulla poiana, ma non sembra essere sola. Qualche iniziale fremito, ingrandendo le foto, estremamente distanti, e una speranza, si tramutano presto in un "normale" pecchiaiolo. Per la regina sarà per un'altra volta...
Poiana comune (Buteo buteo) sopra e Falco pecchiaiolo ♀ (Pernis apivorus) sotto
Falco pecchiaiolo ♀ (Pernis apivorus)
Qualche altro soggetto si fa notare lungo il cammino, tra coleotteri e farfalle, mentre i piccoli passeriformi preferiscono farsi soltanto sentire. La lucidità nel frattempo se n'è andata, complice la piacevolissima ma impegnativa serata precedente, quindi rinuncio a tentare un'attesa paziente per avvicinarli, e prendo quel che viene lungo la strada.
Pararge aegeria
Erebia aethiops
Erebia aethiops
Melanargia galathea
Pigliamosche?
Pigliamosche?
Pigliamosche?
Lucertola muraiola (Podarcis muralis)
Lucertola muraiola (Podarcis muralis)
Lucertola muraiola (Podarcis muralis) con boccone prelibato
Lucertola muraiola (Podarcis muralis) con grillo
Arrivo alla casa, dove i miei compagni di serata hanno già fatto colazione, e due ripienissime brioche alla crema finiscono gustosamente nello stomaco senza colpo ferire. In attesa dei rimanenti amici, che verranno su per il pranzo, colgo un paio di altre scene, ma la luce si è ormai definitivamente guastata, quindi ripongo il mezzo e mi godo la compagnia. In attesa della prossima avventura.
Poiana comune (Buteo buteo), con un sospetto "buco" tra le penne, forse una muta "maltese"...?
Cornacchie grigie (Corvus cornix)
Aggiungi un commento