Dove: Riserva naturale LIPU, Ca' Roman, Venezia
Quando: 4 ottobre 2020, in occasione dell'Eurobirdwatch 2020 promosso da BirdLife International
BirdLife International, in origine denominata International Council for bird Preservation, è un'Organizzazione non governativa che si prefigge come scopo la protezione e la conservazione delle varie specie aviarie esistenti al mondo e la restaurazione e preservazione dei loro naturali habitat
Dopo la prima visita, 14 mesi fa, alla Riserva di Ca' Roman, approfitto della giornata di Birdwatching promossa dalla LIPU in Italia per scegliere di nuovo quel piccolo lembo di "terra" che collega idealmente Pellestrina a Chioggia. Lembo che nasconde sorprese e "magie" della Natura.
La riserva nasce come Oasi di protezione faunistica verso la fine degli anni 80, e diventa poi Riserva naturale regionale nel 2012. La sua storia possiamo iniziare a raccontarla a partire dal 1912, anno in cui venne costruita la prima diga dal lato verso Chioggia e che ha dato il via all'accumulo di sedimenti che nel giro di un secolo hanno portato Ca' Roman a rappresentare, ahinoi, una degli ultimi ambienti dunali mediterranei al mondo, e probabilmente tra i più vasti tra questi. In questi 50 ettari convivono specie vegetali tipici degli ambienti artici, assieme a specie alofile e specie mediterranee. Un connubio che ha pochi, se non nessun eguale al mondo.
Un tempo questa biocenosi era diffusa in tutto il nord adriatico, col sistema dunale che copriva tutta la fascia costiera dalla foce del Po a Monfalcone, ma che per lasciare spazio al business delle località turistiche è stato sacrificato e spianato, tranne in queste 20 piccole, vere e proprie "oasi" nel "deserto". Non che non ci fosse la necessità di creare spazi per il turismo umano "da consumo", però certamente non è stato dato il giusto equilibrio alle due diverse esigenze, quella di conservazione e preservazione, e quella ludica del genere umano. Uniamoci tutta una serie di fattori collaterali come scarichi abusivi, in fiumi, canali, campi, e nel mare stesso, come inquinamento dell'aria, caccia e pesca indisciplinati per anni e anni, e il declino delle aree naturali, sempre più rare e rarefatte, si è fatto inesorabile ed esponenziale.
L'area di Ca' Roman, per il momento, sembra reggere il colpo, anche se, pure qui, molti sono i pericoli in agguato o in azione. Alcuni sono di matrice umana, come il disturbo alla nidificazione dei pochi esemplari di specie in forte declino a livello nazionale e non solo, come il Fratino (Charadrius alexandrinus) o la Beccaccia di mare (Haematopus ostralegus), o il danneggiamento del soprassuolo recato dal percorrere con le biciclette le dune, o da desideri edilizi inopportuni quanto sconsiderati. O dalla diffusione di specie vegetali, molto abili a sfruttare ogni nicchia che si viene a creare nell'ecosistema. Insomma, è una lunga lotta per la sopravvivenza di per sè, e non vedo la necessità di aiutare il "conflitto" con un intervento umano.
Per questo, istituzioni come LIPU, WWF, e altre associazioni, hanno l'arduo compito, oltreché di operare nel concreto, di formare e informare le persone e gli organi competenti sulle azioni da compiere (ma direi sul modo di essere da fare proprio). Ma non spetta solo a queste, oserei dire che tocca a tutti noi fare ciascuno il proprio o i propri passi verso un'educazione collettiva di un livello superiore, diverso e più consapevole dell'equilibrio del mondo e della parità di diritti, con le dovute proporzioni, tra l'Uomo e l'Ambiente.
Questo sproloquio, peraltro supportato da lacunose competenze linguistiche, botaniche, zoologiche e via dicendo (ma ho appena intrapreso il bellissimo e lunghissimo cammino verso la conoscenza del mondo naturale, quindi mi perdonerete, o ve ne farete una ragione ?), per introdurre alcune foto-osservazioni delle 7 ore e mezza passate domenica, con una giornata peraltro climaticamente splendida, in una altrettanto splendida compagnia (ringrazio in particolare Luca, Ginevra e Valeria, e gli altri di cui non ricordo il nome (chissà come farò a tenere a memoria le cose, se coi nomi sono così disastroso...).
La giornata si segnala per la prima volta con il Martin pescatore, ovviamente si avvicina appena scendi dal battello, nemmeno il tempo di estrarre il tele o il binocolo che se ne va dietro l'altro pontile. Per un unico scatto, tra l'altro a 1/60 di secondo a 594mm, roba che per grazia divina non va nel cestino direttamente...
Il mio primo Martin pescatore (Alcedo atthis)
Fenicotteri (Phoenicopterus roseus)
Arrivo all'alba (a dire il vero un bel po' dopo, causa orari traghetto...), poco prima dell'incontro con Luca, il responsabile della Riserva, per l'Eurobirdwatch, direzione spiaggia, sperando di trovare qualcosa di nuovo. All'orizzonte si palesa una macchia in movimento, ecchessaràmai? gru? no, niente gru. Ma fa niente, fossero stati anche cormorani... (quelli arrivano, più tardi) invece collo lunghissimo, zampe lunghe tenute distese, praticamente due manici con un corpo tozzo... e lifer sia! 80 magnifici fenicotteri rosa (alcuni più rossi che rosa...), in volo, un paio di volute e via verso le valli di Chioggia (o chissà).
Fenicotteri (Phoenicopterus roseus)
Fenicotteri (Phoenicopterus roseus)
Fenicotteri (Phoenicopterus roseus)
Taccola (Corvus monedula)
Gazza (Pica pica)
Colombacci (Columba palumbus), primo gruppo di circa 25 individui
Gabbiani reali (Larus michahellis)
Colombacci (Columba palumbus), gruppo numeroso di 55
Gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus)
Lodolaio (Falco subbuteo)
Lodolaio (Falco subbuteo)
Neanche il tempo di girarmi, e una riga scura si alza sull'orizzonte, dai Murazzi, e dopo poco mi passano sopra, in formazione a V, 43 cormorani.
43 Cormorani (Phalacrocorax carbo)
Cormorani (Phalacrocorax carbo)
Cormorani (Phalacrocorax carbo)
Cormorani (Phalacrocorax carbo)
Cormorani (Phalacrocorax carbo)
Cormorani (Phalacrocorax carbo)
E ti giri, e lì in fondo, un bel falco di palude...
Falco di palude (Circus aeruginosus) juv
Falco di palude (Circus aeruginosus) juv
Gabbiano reale (Larus michahellis) immaturo
Gabbiano reale (Larus michahellis) immaturo
Gazza (Pica pica)
Cornacchia grigia (Corvus cornix)
Gabbiano reale (Larus michahellis)
Beccamoschino (Cisticola juncidis)
Beccamoschini... svariati svolazzamenti di qua e di là, da un albero all'altro, ma per il riconoscimento, è necessario scaricare le foto e consultare la guida al computer. Benvenuta tecnologia, se usata bene!
Airone cenerino (Ardea cinerea)
Luì piccolo (Phylloscopus collybita)
Cormorani (Phalacrocorax carbo)
E dopo tanto tempo, finalmente si fa vedere il gabbiano corallino...
Gabbiano corallino (Ichthyaetus melanocephalus) adulto
Gabbiano corallino (Ichthyaetus melanocephalus) adulto
Gabbiano corallino (Ichthyaetus melanocephalus) adulto
E come se non bastasse, tre beccapesci da lontano scrutano un mare poco agitato in cerca di qualche guizzo, segno di un pasto facile.
Beccapesci (Thalasseus sandvicensis)
Beccapesci (Thalasseus sandvicensis)
Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis)
Gabbiani comuni immaturi (Chroicocephalus ridibundus)
Dopo il giovane visto la mattina presto, verso mezzogiorno si palesano anche i possibili genitori, maschio e femmina di Circus aeruginosus, splendido rapace, presenza inusuale qui a Ca' Roman.
Falco di palude (Circus aeruginosus) ♂
Falco di palude (Circus aeruginosus) ♂
Falco di palude (Circus aeruginosus)♀
Falco di palude (Circus aeruginosus)♀
La giornata prosegue con ulteriori lifer (dicesi "lifer" la prima volta che vedi una specie), i fischioni ancora non li avevo incontrati, se non sulle guide.
Fischioni, 5 femmine e 1 maschio (Mareca penelope) con Gabbiano reale (Larus michahellis)
Fischioni, 5 femmine e 1 maschio (Mareca penelope)
Purtroppo non ho fatto molte foto alla vegetazione o agli insetti presenti, quindi ne metto solo 4...
Cakile maritima Scop.
Vanessa atalanta
Vanessa atalanta
Argiope bruennichi, in realtà stavo cercando di fotografare un Luì... questa è riuscita per caso.
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