Luogo: Palude di Onara, Tombolo (PD)
Quando: 24 gennaio 2020
Un luogo di pace, di ricarica interiore. Due passi una mattina, con un'amica. Alla scoperta (per lei) di un luogo speciale. Alla riscoperta (per me) della bellezza della Natura. Sembra impossibile, visto dove si trova. E invece...
Un giorno di gennaio, uno di quelli in cui la caccia per fortuna è vietata. Perché qui, si rischia... non tanto nella zona del Parco, che peraltro di questi tempi è chiusa fino al nuovo comitato, ma nelle aree limitrofe.
La luce del mattino, così come quella della sera, sono ideali per cogliere istanti magici.
Mentre osserviamo i 12 cormorani che volteggiando si posano sugli alberi in lontananza, noto tra la bruma un'inquerciata garzetta, silente vedetta.
Più poesia che fotografia... la foto renderebbe anche, se non fosse totalmente fuori fuoco. Ma la silhouette rimane interessante.
Leggeri come piume
Il loro regno. Un gruppo di Aironi cenerini si crogiola al primo sole del mattino, mentre un loro pari si è fatto vedere per un attimo, mentre si posava su un albero, al sicuro, pochi minuti prima.
Due passi di troppo, e tre beccaccini si involano e fuggono a velocità supersonica, manco fossimo alla parabolica di Monza... per fortuna, nessun fucile sarà ad attenderli nascosto dietro qualche riparo. Almeno per oggi.
La garzetta punta un atterraggio sul Tergola.
Minuscola al confronto degli alti alberi.
Ancora la garzetta, in volo.
Il ramo dell'Airone. Molto spesso, alzando gli occhi, qualche solitario custode ti scruta dall'alto da quell'albero.
Due gallinelle ci sorprendono e subito si mettono al riparo tra le canne e l'erba palustre. Stranamente, oggi il loro numero rispetto al solito è stato molto inferiore.
Un huwiit ed ecco comparire come dal nulla un piccolino.
Non ci si può distrarre un secondo, con questo minuscolo irascibile uccello dei boschi, lo scricciolo.
Poco dopo un guizzo dello scricciolo, purtroppo non ripetuto, un Luì è ben più rilassato...
Uno gruppo di una ventina di germani reali ha sorvolato per una decina di minuti la zona della palude, alcune coppie di tanto in tanto si staccavano per un breve momento di intimità.
Candida garzetta, guardiana del lido orientale, ci scruta con occhio vigile, pronta a tutto.
La garzetta si invola, interessata ad altro, o forse infastidita dal nostro passaggio, anche se a svariati metri.
Pettirosso che controlla il sentiero lungo il Tergola. Ancora pochi passi e vola via, verso rami più sicuri.
Un riconoscibile verso, quasi uno sghignazzamento. E la ghiandaia si fa vedere, per un solo istante, prima di involarsi tra gli alberi, dove la messa a fuoco diventa impossibile.
Ma cosa c'è qui sotto? Vuoi vedere che...
La cinciarella offre centinaia di espressioni diverse, in pochi minuti.
Intento a rosicchiare i semi rinsecchiti.
"Qui su non temo la tua presenza" sembra dire, canzonandomi.
Lezione di ginnastica? No, solo cambio posizione.
Pettirossi abbondanti lungo il Tergola.
Il regolo. Minuscolo, simpaticissimo, incuriosito, si è fatto fare qualche scatto...
Poi si è dato agli affari suoi...
Un ragno. Un pasto succulento.
Un attimo e la preda diventa un carico proteico fondamentale.
Bastano piccoli rametti per diventare comodi posatoi, per questi piccoli Luì.
Una fugace visione... lo scricciolo (foto documentativa).
All'improvviso, si ferma di fianco a noi un contadino col suo vecchio trattore Fiat, che mette in allerta tutti i pennuti. Affascinante ascoltare aneddoti relativi al Tergola e alla sua "devoluzione" nei decenni, dovuta, tra i vari fattori causali, al prelievo d'acqua per lo stabilimento dell'acqua Vera, a valle di qualche chilometro, dalla falda acquifera, e all'inquinamento. In particolare, un aspetto che non conoscevo, la principale causa di riduzione drastica del numero di passeri non è solo la riduzione del numero di insetti e vermi presenti nei terreni, piuttosto (o in altrettanto importante misura) dalla scomparsa degli afidi, sterminati dai pesticidi, dei quali in fase di svezzamento i piccoli nati sono ghiotti, e fonte extra di proteine e sostanza nutritive.
Dopo 10 minuti, ci lascia per tornare per pranzo a casa. E noi proseguiamo il nostro giro.
La saggezza popolare andrebbe protetta dall'Unesco...
D'ora in poi, vedremo solo Luì.
Luì piccolo (Phylloscopus collybita)
Altre presenze, alcuni gabbiani comuni, gazze, colombi in quantità.Cornacchie grigie, alcune. Meno del solito. Il picchiettare non ossessivo del picchio verde. Cinciallegre qua e là. Non ho visto colombacci. Nè la nutria. Poco male...
L'assenza di rapaci di qualsivoglia tipologia è stata una novità, in genere il gheppio e la poiana non mancano mai.
Sempre più rare, le passere d'Italia (Passer italiae) da queste parti sembrano trovare un luogo adatto. Ne abbiamo viste almeno una ventina. Qui due esemplari maschi.
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