Luogo: Palude di Onara, Tombolo (PD)
Quando: dal 2018 in poi
Quando vicino a casa ci sono luoghi che manco se ne sospetta l'esistenza...
Ho scoperto solo per caso che a 25km da casa esiste una palude da risorgive ancora non irrimediabilmente intaccata dalla mano dell'uomo. Leggendo su Facebook una pubblicità di un evento "anti-sistema" che un po' va di moda oggi. Ma grazie a questo sono andato a vedere questo fantomatico Parco. Approfittando anche della guida gratuita fornita dal presidente del Comitato gestore dell'area.
Riporto cenni della storia giuridica del Parco dal sito (http://www.parcopaludeonara.it):
Anche per tutelare quest’immenso patrimonio, nel 1975 L’Amministrazione locale si é dotata di un Piano Regolatore Generale (PRG) che assegna al Tergola una fascia di rispetto e riduce le aree di espansione urbana; nel 1980 é stato poi definito un perimetro per l’ambito della zona umida e richiesto il vincolo di protezione paesaggistico ambientale, fortunatamente approvato nel 1983. Nel 1984 la Palude di Onara é stata inserita nell’elenco dei parchi e riserve previsto dalla Legge Regionale n.40 del 1980.
Il Piano Territoriale di Coordinamento (PTRC) del 30 Aprile 1990, ha individuato la Palude di Onara come “Area di Tutela Paesaggistica di Interesse Regionale” ed infine il 23 Dicembre 1994, con delibera n.66, il Consiglio Comunale di Tombolo ha istituito il “Parco della Palude di Onara”. Il Ministero dell’Ambiente con D.M. 3 Aprile 2000 ha inserito la Palude di Onara nell’elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciali, individuati ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE.
In considerazione del notevole impegno profuso in questi anni, per la salvaguardia e l’attività promozionale a favore della Palude da parte del Comitato Parco Palude di Onara, la Giunta Municipale di Tombolo, con delibera n.73 del 30 Maggio 2000, affida all’Associazione suddetta la gestione del Parco. Con la successiva delibera n.141 del 14 Dicembre 2004 anche la manutenzione è affidata alla stessa.
Quest’ambiente, nonostante il ridimensionamento territoriale dovuto al selvaggio inurbamento tipico degli anni ’60 e ’70, é pieno di vita e non ancora imbrigliato dagli interventi dell’uomo; la vegetazione, nella sua spontanea ricchezza di fiori, e piante, offre riparo ad animali stanziali e migratori., e consente all’uomo di ritemprare sia lo spirito che il corpo. Essendo uno spettacolo veramente unico, è ormai condiviso da tutti il bisogno di tutelarla in quanto testimonianza di ambiente naturale, di antiche vicende geologiche e climatiche e di nostre origini storiche , tecnologiche ed economiche.
Il Parco è una piccola zona protetta di pochi ettari, che si estendono al di fuori del confine del parco stesso per altri 3 km verso sud, di terreno risorgivo e paludoso, attraversato dal fiume Tergola, piccolo rio che entra nel biotipo con una portata di soli 300 l/minuto.
Grazie alle polle risorgive, il fiume esce con una portata superiore ai 1100 litri/minuto, nella stagione ricca, quindi una buona ricarica. Le risorgive alimentano il Tergola con l'acqua di falda, che in questa zona della pianura veneta scorre molto superficialmente, e grazie all'incontro di due strati di argilla, in corrispondenza del comune di Tombolo formano un angolo cieco, che forza l'acqua a trovare nuove vie per proseguire il proprio viaggio verso il mare, e questo viaggio prende appunto la forma di polle che emergono e riversano la propria vitalità nel greto del fiume.
Robinia pseudoacacia su un tappeto di piante di Equiseto
Fiume Tergola con folta vegetazione
Il terreno quindi del Parco è ricco d'acqua, tanto che molta parte dell'area non servita da passerelle artificiali di legno è molle, e spesso paludosa, anche fino a 1 metro di profondità. Le passerelle formano 4 percorsi, grossomodo ad anello, che attraversano e/o costeggiano il parco, e permettono, anche grazie a delle audio-guide, di conoscere storia e biologia, a grandi linee, di quest'angolo di Eden. In particolare i sentieri sono:
- sentiero del bosco
- sentiero della torbiera
- sentiero della chiesetta
- sentiero della palude
A margine di questi 4 percorsi, esiste il sentiero del Mulino, che partendo da quello della torbiera, passa sotto la linea ferroviaria Padova-Bassano del Grappa
e segue il corso del fiume fino alla piscicoltura e annesso vecchio mulino, e poi prosegue oltre, sull'argine, fino al vicino abitato di S. Anna Morosina, affiancato sul lato destro da svariati appezzamenti di varia natura, dal bosco coltivato, a quello spontaneo, passando per aree prative, aree spontanee e paludose. In questa sezione, tecnicamente esterna all'area protetta da vincoli di conservazione, non è presente una passerella artificiale, ma normale sentiero ancorché tenuto pulito e disboscato periodicamente.
Calopteryx virgo ♂
La parte esterna al parco vero e proprio, che porta al Mulino, si rivela molto più interessante faunisticamente parlando perché generalmente meno trafficata, e più aperta, ed è qui che in genere mi concentro quando vado alla ricerca di pace e avvistamenti fotografici.
Calopteryx splendens ♂
Come premesso, la mia scoperta del luogo è avvenuta un po' per caso, ma un caso ben accetto! Le prime uscite sono state perlopiù conoscitive e di riscaldamento, un po' di "body building" della fotografia naturalistica, ma soprattutto mi hanno edotto grandemente su alcuni dettami che tendevo a sottovalutare:
- la fotografia naturalistica non ha l'orologio al polso
- la fotografia naturalistica non ha stagioni, ma alcune funzionano meglio e più facilmente
- la fotografia naturalistica teme le zanzare e si deve premunire adeguatamente
- un fotografo è già uno di troppo quando si è nella Natura (per cui calma, pazienza e rispetto o torna a casa)
- la pazienza è la virtù dei forti ma è un bene necessario
- una foto decente a uscita è tanta roba
- non si è mai troppo vicini, ma contemporaneamente si è sempre TROPPO vicini (per cui calma, rispetto, pazienza o torna a casa)
Altri me ne verrebbero ma mi fermo. Queste foto, realizzate con quello che avevo al tempo (un Nikon serie E 75-150/3.5 manual focus adattato alla peggio su Sony A7RII), sono il risultato delle prime due passeggiate nel parco. Fortunatamente, in seguito ho trovato un po' più soddisfazioni... ma se ne parlerà in un altro articolo. Quando riuscirò a scriverlo, questo l'ho iniziato ad aprile...
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